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Letteratura

In questa sezione riportiamo alcuni brani tratti da libri pubblicati dalle fratellanze. Queste associazioni si autofinanziano in parte con la vendita della letteratura e i contributi volontari di chi frequenta i gruppi. Non troverete questi libri in libreria ma sono venduti attraverso i gruppi o dalle sedi nazionali delle rispettive associazioni. Se vorrete acquistarli saremo ben lieti di indicarvi dove trovare vicino a voi chi svolge questo prezioso servizio per la sopravvivenza dei gruppi.

Alcolisti Anonimi

Un uomo d’affari americano aveva una bella intelligenza, un for­te senso pratico e un carattere d’oro. Per anni e anni era passato da un sanatorio all’altro. Aveva consultato i migliori psichiatri americani. Poi era andato in Europa e si era affidato alle cure di un celebre me­dico (Dr. Jung, (il famoso psichiatra) che si prodigò tutto per lui. Benché fosse scettico a causa dell’esperienza passata, terminò la

cura con un’eccezionale fiducia di guarire. Il suo stato mentale e scienza così profonda del suo metodo spirituale e delle sue capaci­tà di ripresa, che una ricaduta gli pareva impossibile.

Tuttavia, qualche tempo dopo, si ritrovò ubriaco. La cosa più sconcertante era che non poteva darsi alcuna spiegazione sod­disfacente a giudicare quella ricaduta.

Ritornò da quel medico che ammirava, gli chiese a brucia­pelo perché non riuscisse a guarire. Voleva soprattutto ritrovare il controllo di se stesso. Nelle altre circostanze della vita sembrava completamente normale, razionale e pieno d’equilibrio. Tuttavia non riusciva a smetterla con l’alcol. Perché?

Supplicò il dottore di dirgli tutta la verità e la conobbe. Secondo il parere del dottore, il suo caso era disperato; non avrebbe potuto mai riprendere un posto nella società, come prima, e se voleva vivere a lungo, avrebbe dovuto rinchiudersi in qualche parte o procurarsi una guardia del corpo. Questa era l’opinione del grande medico.

Ma quest’uomo vive ancora ed è un uomo libero. Non ha biso­gno della guardia del corpo e non si trova per niente rinchiuso. Può andare dove vuole e lo può da uomo libero, senza che gli accada alcun incidente, purché mantenga un atteggiamento semplicissimo.

Alcuni lettori che sono alcolisti pensano forse che anche loro possono riuscirci senza un aiuto spirituale. Permetteteci allora di rac­contare il resto della conversazione che il nostro amico ebbe con il suo medico.

Il medico gli disse: “Il vostro modo di ragionare è tipico di un alcolista cronico. Tra quelli ridotti nello stato in cui siete, non ne ho mai visto guarire uno”. Per il nostro amico fu come se le porte dell’inferno si fossero chiuse alle sue spalle inesorabilmente. Disse al suo medico:

“Ma non c’è nessuna eccezione?”.

“Sì - rispose il medico - ci sono state delle eccezioni in casi simili al suo, anche nel passato lontano. Di tanto in tanto degli alcolisti hanno avuto un’esperienza spirituale profondamente vitale. Con­sidero questi fatti come dei semplici fenomeni. Secondo me appartengono a una specie di formidabili esperienze emotive. Le idee, le emozioni, gli atteggiamenti che fino a quel momento guidava­no la vita di quelle persone, sono stati rifiutati all’improvviso e un mondo completamente nuovo di idee e di propositi si è costituito. Effettivamente ho cercato di produrre un tale cambiamento anche in lei. I metodi da me usati sono stati utili per molti individui, ma non ho mai avuto successo con un alcolista del suo calibro”.

Quando ebbe ascoltato ciò, il mio amico si consolò perché si disse di essere stato, dopo tutto, abbastanza praticante della sua reli­gione. Questa speranza scomparve quando il medico gli disse che le sue convinzioni religiose, per quanto fossero ottima cosa, non costitu­ivano, nel suo caso, l’esperienza spirituale e vitale richiesta.

Ecco il terribile dilemma in cui si trovava il nostro amico quando fece la straordinaria esperienza che, come vi abbiamo già detto, fece di lui un uomo libero.

Anche noi, abbiamo cercato di riacquistare la libertà allo stesso modo, con la forza disperata di chi sta per annegare. Ciò che agli inizi sembrava una piccola canna cui aggrapparsi si rivelò come la mano potente e misericordiosa di Dio. Ci è stata data una nuova vita o, se preferite, “un modo di vivere” che si conferma sempre più efficace.

Dal libro Alcolisti Anonimi Cap.2 Una soluzione esiste

Solo per oggi

 

Il principio dell'auto-sostentamento

Solo per oggi, 22 marzo

 

Eravamo dipendenti da persone, posti e cose. Ci rivolgevamo loro perché ci mantenessero e supplissero alle nostre carenze.
Testo Base pag. 80
Nel regno animale esiste una creatura che vive alle spalle degli altri. Si tratta della sanguisuga. Si attacca a qualcuno e assorbe ciò di cui ha bisogno. Quando una delle sue vittime riesce a scacciarla, essa si attacca a qualcun altro.

 

Durante la nostra dipendenza attiva ci comportavamo in modo analogo. Prosciugavamo le nostre famiglie, i nostri amici, le nostre comunità. Consapevolmente o no, cercavamo di ottenere qualcosa in cambio di niente, praticamente da chiunque incontrassimo.

La prima volta che abbiamo visto girare il cestino delle offerte, probabilmente abbiamo pensato: “Auto-sostentamento? Che senso avrà?” Guardandoci intorno, però, abbiamo notato qualcosa. Quei dipendenti che praticavano l’auto-sostentamento erano liberi. Pagando le loro spese, si erano guadagnati il privilegio di prendere decisioni per se stessi autonomamente.

Praticando il principio dell’auto-sostentamento nella nostra vita, guadagniamo lo stesso genere di libertà. Nessuno ha più il diritto di dirci dove vivere, perché siamo noi che paghiamo il nostro affitto. Possiamo mangiare, vestire come ci piace o guidare qualsiasi cosa vogliamo, perché ce la siamo procurata da soli.

A differenza della sanguisuga, noi non dobbiamo dipendere dagli altri per il nostro sostentamento. Più responsabilità ci prendiamo, più guadagniamo in libertà.

Solo per oggi: Non ci sono limiti alla libertà che mi posso guadagnare sostenendomi da solo. Oggi accetterò le mie personali responsabilità e pagherò le mie spese.
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Oggi soltanto

 

Pensiero del giorno 22 marzo
Quando iniziato a lavorare sui Dodici Passi, credevo che quando io fossi arrivato al Dodicesimo la mia vita sarebbe stata gestibile e io non sarei stato impotente. Sono arrivato al Dodicesimo Passo e molte parti della mia vita sono diventate gestibili ma sono ancora impotente, come quando ho cominciato. È il mio Potere Superiore che rende gestibile il presente, non il mio potere. La parola “gestire" significa controllare, essere la guida, ottenere risultati. Sono disposto ad ammettere che non sono in grado di controllare, essere la guida ed avere successo nella mia vita da solo? Ammettere di essere impotente riguardo alle mie emozioni è una cosa, ma ammettere di non poter gestire la mia vita mi fa sembrare disperato e incapace. Ma con un Potere Superiore come guida trovo aiuto e speranza.
Meditazione del giorno
Aiutami a vedere le aree della mia vita che sto ancora cercando di gestire e aiutami ad affidartele.
Oggi ricorderò
Il Potere Superiore è una guida migliore di me.
Dal libro "Oggi soltanto" di Emotivi Anonimi, traduzione riveduta e corretta

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